Archivio Curio Mortari
sede principale: Loano (SV)
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direttore Giorgio Galleani di Ventimiglia
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Elio D'Aurora
Curio Mortari l'ultimo globe trotter
in “Giovani”, n.5
14 novembre 1954
Curio Mortari non è più. Si è spento in riva al mare, ad Alassio, in una notte di ottobre di quest'anno. L'ultimo globe trotter, l'ultimo inviato speciale della vecchia tradizione, l'ultimo continuatore di un'epoca intesa tutta a scoprire è rimasto con i suoi sogni ancorato ad una spiaggia. dove la vaga speranza di una vittoria sul male lo aveva portato.
Curio - come lo chiamavano gli amici - rappresentava nella vita delle lettere la buona firma letta da migliaia di appassionati che su «La Stampa» seguivano gli avventurosi viaggi in ogni parte del mondo. Dall'Iran al Circolo Polare, dal Sud Africa all'Islanda, Mortari dispensava ai suoi fedeli la chiara descrizione di quei paesi come se da ogni sua fotografia verbale la storia delle singole Nazioni assumesse forme e colori stupendi.
La distinzione gli aveva fatto aprire i salotti intellettuali di Parigi; in Francia, infatti, Mortari trovò una simpatica accoglienza che ebbe ripercussioni notevoli anche in Italia. Negli anni della sua piena maturità era accompagnato dall'inseparabile monocolo. «Curio non si smentisce» dicevano i colleghi, mentre la rotativa girava con i resoconti delle sue prodigiose scoperte quotidiane.
Quattro volumi hanno avuto particolare fortuna - come i più validi a rappresentarlo: Islanda, inferno spento; Iran, quadrivio d'Asia; Il fiume d'oro nero; Sud Africa (oro, diamanti e negri), tutti editi dalla Società Editrice Internazionale. A noi era legato da affetti che ancora rimangono e che si tramanderanno con i suoi volumi, oggi come ieri ampiamente richiesti.
Camminò con realtà e serenità vivendo sempre nell'ambito del giornale, la passione, da cui non poteva separarsi. Un giorno, per motivi di salute, dovette sospendere l'attività di «inviato» e da quel giorno incominciò a morire. Aveva gli occhi limpidi, il sorriso ancora sulle labbra, ma dentro si era creato un vuoto artificiale. Nel vuoto non si raccapezzava più. Cause esteriori lo accrebbero.
Era stato un portatore di luce ed ora la luce gli mancava. Era stato un portatore di serenità ed ora la serenità gli veniva tolta.
La morte già batteva alle sue porte.
Il giornalista lasciò posto all'uomo perché questi potesse abbandonare il mondo con la pace che viene da Dio.
Ora Curio è morto. La notizia ci è stata trasmessa un giorno di ottobre. Non ci sembrava vera. Arrivò anche la conferma.
L'ultimo addio da queste colonne è per lui, lo scapigliato e vivace «inviato speciale», l'ultimo autentico viaggiatore che scoprendo il mondo lo fece conoscere a coloro che il mondo non erano riusciti a vedere.
Elio D'Aurora